Professionalità, passione e strutturazione dell’attività sono diventati i punti di forza della stagione sportiva 2021/2022 che la dirigenza e lo staff tecnico della “Fernando Ciavorella” ha messo in atto per riprendere quella logica funzionale della formazione globale sia fisico-motoria che socio-educativa interrotta per la questione pandemica.
E’ stato così messo in moto quel processo strutturale di lezioni e di iniziative sportive e relazionali che hanno da sempre contraddistinto l’attività sportiva della società di basket tra le più antiche di Sicilia e d’Italia per iscrizione alla FIP.
La piena disponibilità dell’impianto geodetico e la possibilità di ripresa dell’attività sportiva all’interno delle palestre scolastiche diventano tasselli per una ripresa a tutto campo del basket locale.
La quantità di adesioni da parte dei giovani in quest’avvio di stagione dovuto in parte per la riconferma degli atleti già iscritti alla società, che si erano fermati per effetto della pandemia, ed in parte per le nuove iscrizioni di giovani atleti, soprattutto nel minibasket, rappresentano un elemento positivo nella vita della società.
Questo buon avvio diventa infatti per la società motivo di soddisfazione e di orgoglio perché deriva da un senso di fiducia e di stima che la società ha sul territorio e che conferma quel rapporto propositivo che il giovane atleta e la famiglia affida alla società.
Per questo infatti i giovani, ma soprattutto le famiglie, vedono nei programmi fisico motori e socio relazionali della società momenti importanti che fanno da guida e da tramite nella vita del giovane atleta nel momento più delicato della sua vita che è quello del passaggio dalla giovanissima età dell’infanzia all’età giovanile.
E’ proprio in questo periodo che il percorso ludico, tipico della età dell’infanzia, va via via crescendo per trasformarsi in attività sportiva.
Tutto ciò si intreccia con un processo comunicativo che va oltre l’ambiente sportivo e che tiene conto sia della preparazione psico-pedagogica dei tecnici, sia della capacità di valorizzazione di tutti gli atleti, compreso i meno bravi, sia infine della capacità dei tecnici di dare, attraverso un processo equilibratore, motivazione a quei comportamenti altalenanti che incidono sul singolo atleta e che trasformano in modo positivo quelle emozioni, a volte paure o traumi, che l’attività sportiva di per sé arreca implicitamente all’atleta (vinco/perdo, ce la faccio/non ce la faccio ecc.).
Su queste logiche educative e morali si basa il rapporto tra società e famiglia e quello tra giovane atleta e tecnici addivenendo ad un equilibrato patto di fiducia che porta a comporre un quadro d’insieme complicato per sua natura.
Infatti è la ricerca di equilibrio il vero leitmotiv tra le diverse variabili che lo compongono e che sono da una parte le istanze genitoriali e quelle tipiche dello sport della pallacanestro e dall’altra le esigenze comportamentali del ragazzo nei confronti dei suoi compagni e quelli che derivano dai suoi impegni scolastici.
In questo quadro si inserisce soprattutto il rispetto delle regole e l’abilità da parte dei tecnici ad abituare il giovane atleta a seguirle nelle varie azioni di gioco e di riflesso anche nella vita definendogli i comportamenti da avere e le relative conseguenze, positive o negative, che da tali atteggiamenti ne possono di riflesso derivare.